Nahmanide o Ramban (Spagna 1194 Terra Santa 1270) é una delle
personalitá di maggior rilievo che segnó il pensiero ebraico
medievale, a ragione considerato il pensatore piú importante del sec.
XIII. Dopo una breve fortuna nelle generazioni immediatamente successive,
in epoca recente egli cadde nell'oblio, acuito dalla tendenza razionalistica
della Wissenschaft des Judentums che vide in lui a torto, per la sua presunta
posizione antifilosofica ed antiscientifica, il tipo del mistico
conservatore e l'oppositore di Maimonide. É solo da pochi anni che
si assiste ad un risveglio di interesse nei suoi confronti. Se a Gershom
Scholem va aseritto il merito di un primo approccio scientifico alla sua
figura, anche se legato a certi presupposti oggi criticati, gli ultimi studi
sulla qabba1ah preferiscono far propria la tesi della
autoreferenzialitá della mistica ebraica vista come sistema simbolico
autonomo, in continuitá con i suoi strati piú antichi giá
presenti nel Talmud e nel corpus midrashico, evitando di
enfatizzare il ruolo di altri influssi esterni. Promotore di questo approccio
innovativo é Moshe Idel che ha illustrato la continuitá nel
pensiero di Nahmanide fra ha1akah e qabbalah, il suo riferimento
ad antichi strati di tradizioni mistiche orafi e la sua tendenza a non divulgare
Fesoterismo nel circolo cabbalistico di Barcellona, di cui fu il leader.
Alcune di queste tesi, giá presenti nel saggio del 1983 Non abbiamo
su ció una tradizione cabbalistica, vengono approfondite nel saggio
dedicato a Nahmanide: kabbalah, ha1akhah e leadership spirituale.
Rimasto per alcuni anni inedito, questo siudio del 1990 appare per la
prima volta nella seconda parte del volume, di poco preceduto da una versione
ebraica. Nella prima vengono presentati alcuni studi di Mauro Perani, focalizzati
su Nahmanide come esegeta. In essi si cerca di esplicitare i presupposti
del suo sistema ermeneutico e i metodi della sua interpretazione polisemica
del testo, dal senso letterale del peshat al senso mistico del sod
e dei sitre Torah. Viene illustrato anche l'uso nahmanideo della
tipologia, segnato da un influsso agostiniano; il suo ruolo neila disputa
maimonidea, l'esilio in Terra Santa, i computi messianici e la sua concezione
del Gan Eden. Nella terza parte per la prima volta viene messa a
disposizione del pubblico italiano un'ampia scelta dei testi piú
significativi del rabbinocabbalista catalano, tra cui il suo commento
integrale ai primi tre capitoli della Genesi, il resoconto della
Disputa di Barcellona e l'ornelia sulla perfezione della Torah,
a parte quest'ultima, tutti in prima versione italiana.
Moshe Idel é professore di Filosofia ebraica presso l'Universitá
Ebraica di Gerusalerarne. Ha criticato e rinnovato certi schematismi
dell'approccio scholemiano alla mistica ebraica. Ha studiato particolarmente
Fopera e il pensiero di Avraham Abulafia, pubblicando sull'argomento diversi
studi. Presso la Giuntina Editrice ha pubblicato nel 1996 Cabbalá.
Nuove prospettive.
Mauro Perani insegna ebraico presso l'Universitá degli Studi di Bologna. Si occupa di esegesi ebraica e ha pubblicato alcuni contributi fra cui Il Midrash Temurah, 1986. Ha approfondito lo studio dei manoscritti ebraici a Gerusalerame ed é responsabile dello Hebrew Fragments in Italy Project, pubblicando diversi studi sulle scoperte della "Genizah italiana", tra cui alcuni commenti biblici sconosciuti o perduti.